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In Memoria Di Wendy Van Dusen (17.10.1968 – 09.07.2024)

LA NATURA NON VIETA NULLA

Per puro caso ho tristemente scoperto che Wendy Van Dusen è morta lo scorso luglio. Ho letto online il suo necrologio:
Wendy Caprice Hottelet, 55 anni, di Pendleton, Oregon, è passata a miglior vita il 9 luglio 2024 a Pendleton. Era nata il 17 novembre 1968 in California. Le onoranze funebri sono a carico della Burns Mortuary di Pendleton. Le condoglianze possono essere lasciate su www.burnsmortuary.com

Contenuti:

1. Vita e opere di Wendy Van Dusen

1 – Vita e Opere di Wendy Van Dusen

E’ stato un bello schiaffo, come accade ogni qual volta scompare un artista con la cui arte abbiamo avuto una piacevole frequentazione. Ed anche perché, sebbene le cause della morte non siano note, o perlomeno io non sia riuscito a trovare niente in rete, morire a 55 anni difficilmente dipende da cause naturali, quindi a Wendy deve essere successo qualcosa, di traumatico o di patologico. E’ questo pensiero mi ha arrecato dispiacere. Non ricordo gli anni esatti in cui ho conosciuto la sua musica, ma stiamo parlando di qualche parentesi nei primissimi anni 2000. In quel periodo ero molto preso dal neofolk, dalla musica ambient, dal gotico industriale, elettronico, dalla darkwave e da ogni possibile deriva esistenzialista di quei filoni. “Maddening Montagery And Other Stories” (1995) era ritenuto il capolavoro sin lì dei Neither/Neither World, il monicker del progetto di Wendy Van Dusen, e dunque lo cercai spasmodicamente. Non è mai stato facile comprare i suoi dischi. “She Whispers”, “Rewound” e “Invisibile Angel” li ho acquistati contestualmente alla loro pubblicazione, il che ha reso più semplice reperirli (sebbene si trattasse pur sempre di musica di nicchia e occorresse un negozio e/o distributore specializzato), ma sullo scovare la discografia pregressa, beh fu un’avventura. “Maddening Montagery” mi colpi come una frustata in pieno volto. Era nero, inquieto, umido e acido, come procedere in una notte senza luna nel mezzo di una palude, potendo orientarsi solo grazie allo stormire di fronde spostate dal vento. Rumori, ombre, masse oscure, ostacoli indefiniti, il suono di animali, strani sospiri, la percezione di presenze, pericolo ovunque.

Quella sensazione di fatto non mi ha più abbandonato proseguendo negli ascolti dei vari album dei Neither/Neither World (letteralmente, “nessun mondo possibile”), anche se ogni lavoro di Wendy porta con sé una propria struttura specifica e peculiare, sfumature diverse, una ricchezza espressiva mai sottotono. E’ vero che con il passare del tempo la sua cifra cantautorale si è più accentuata, i momenti maggiormente estremi, bizzarri e provocatori appartengono alla prima metà di carriera, ma Wendy di per sé è sempre rimasta una goth girl irrequieta e tormentata, le sue lacerazioni interiori non hanno mai abbandonato la sua musica, bensì hanno semplicemente trovato colori diversi per essere espresse. Ambient puro, neofolk, gothic, sospiri, cantilene infernali, carillon mortali, una voce piena, rotonda e profonda, chitarre acustiche, pianoforte, effettistica di corredo, venature country minimaliste, paesaggi sonori lynchiani; sono tanti gli ingredienti che concorrono ad un album dei Neither/Neither World, con la costante che l’universo che viene dipinto è senza speranza, malinconico, feroce, nichilista. Eppure Wendy trapassa questo buco nero con la sua voce, le sue litanie, intona canti disperati, preghiere senza speranza (dunque un ossimoro) che tuttavia rimangono pur sempre preghiere, ci prende per mano e ci accompagna lungo quella palude, donandoci perlomeno il conforto della presenza di un’altra anima oltre alla nostra.

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In “Alive With Taste Of Hell” campeggia una citazione del Marchese De Sade: “nature prohibits nothing…” – la natura non proibisce nulla, le leggi sono inventate dagli uomini e queste norme meschine pretendono di imporre certe restrizioni agli uomini, è tutta una questione di temperatura dell’aria, di ricchezza o povertà del suolo nel distretto, di clima, di che tipo di uomini sono coinvolti, questi sono fattori incostanti che concorrono a creare la maniera e la morale.

L’affinità con De Sade è perfettamente coerente, una dichiarazione di libertà, individualismo e anarchia che tuttavia ha una duplice valenza, puoi volere e desiderare tutto ciò che vuoi, ma ciò che accadrà e ti verrà restituito potrebbe non piacerti, libertà da un verso, assenza di rete di protezione dall’altro. E’ la vertigine che ne scaturisce è il fil rouge della musica dei Neither/Neither World. Wendy Van Dusen si rivolge direttamente allo spirito dell’ascoltatore, c’è indubbiamente qualcosa di spirituale nelle sue ballate infernali, qualcosa che abbatte le barriere della carne e si posiziona a metà strada tra ragione e sentimento, testa e cuore (o intestino, se preferite). Le esibizioni live dei Neither/Neither World vengono descritte come abbastanza leggendarie. Sempre sorprendenti e imprevedibili, una sorta di rito religioso collettivo, la cui gran sacerdotessa carismatica e magnetica era naturalmente Wendy. Qualcosa di sublime e spaventoso al contempo (horror and sublime). Wendy indossava costumi (si narra di un set con ascia e catsuit…. Wendy took an axe), esibiva senza falsi pudori la propria sensualità grazie ad un fisico da pin-up, un’aria al contempo mortuaria, allucinata e sbarazzina, un retrogusto scioccante misto ad una languida dolcezza di fondo, ed una cornice musicale che manteneva sempre e comunque una certa regalità ed eleganza, ancorché macabra. Online si trova pochissimo su questa artista e sui Neither/Neither World, tuttavia c’è un interessante report relativo alla data italiana del 20 novembre 2004 al Cafe Liber di Torino. Potete trovarlo sulle pagine di Rosa Selvaggia a firma di Oflorenz. Viene descritta una serata acustica (on stage sono in tre, chitarra acustica, chitarra elettrica e armonica) piuttosto breve, appena 35 minuti, con ballate “alla Mazzy Star” e atmosfere di “matrice Cranes“, con “lisergiche spruzzate rumoristiche” in grado di evocare i Current 93 e i Death in June. Una descrizione piuttosto fedele della traduzione dal vivo dell’esperienza di ascolto del pianeta Neither/Neither World.

Wendy Van Dusen è stata un personaggio eclettico, enigmatico e affascinante, capace di passare dalla copertina di “Tales Of True Crime” – vestita da infermiera sadica e sanguinaria, per un disco che contiene 9 tracce “dedicate” ad altrettanti serial killer (per ognuno dei quali viene riportati il body count raggiunto in “carriera” e gli anni di attività) – al sexy modeling per siti web come Model Mayehm, che ancora adesso riporta il profilo di Wendy corredato di diversi scatti provocanti ed una sua breve presentazione (risalente al 2008/2009), nella quale Wendy si dice disponibile a foto di nudo, artistiche, fetish e BDSM, riporta le proprie misure e aspira a poter incontrare nuovi fotografi. Su Youtube troverete molto materiale dei Neither/Neither World, ma praticamente niente per quanto riguarda le esibizioni live, tranne un video di “She Whispers” di bassissima qualità, che tuttavia, in morte di Wendy Van Dusen, diventa un inestimabile reperto archeologico. Oltre ai Neither/Neither World, Wendy ha contribuito anche ad altri progetti come Phoenix Thunderstone, Chthonic Force, Dive e pare anche ad alcune colonne sonore, anche se in tutta onestà non sono riuscito a reperire informazioni precise al riguardo.

Nei miei anni di militanza online come webzinaro ero riuscito a raggiungere Wendy e ad intervistarla (via email) per il mio portale. Purtroppo la webzine dal 2015 non è più online e dunque il frutto di quel contatto miracoloso non è più reperibile, dovete fidarvi delle mie parole. Costudisco con affetto quel ricordo, avendo avuto a che fare con una persona molto disponibile, simpatica ed alla mano, totalmente scevra da divismi, astrusità o cretinerie di qualsiasi sorta, una ragazza della porta accanto, un po’ freak, un po’ sexy, un’artista creativa, una musicista che ho sentito il bisogno ed il piacere di ricordare attraverso questa piccola orazione funebre in sua memoria. Reperite la sua musica, ascoltatela, compratela se ne avete modo e fatela vivere ancora. 

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Discografia Relativa

  • 1992 – Dismember Them (EP)
  • 1992 – Sociopathic Pleasures
  • 1994 – Tales Of The True Crime
  • 1995 – Maddening Montagery And Other Fantastic Stories
  • 1996 – Alive With The Taste Of Hell
  • 1998 – Torch Songs From The Neither/Neither World
  • 2000 – Suicide Notes 
  • 2003 – She Whispers
  • 2004 – Rewound
  • 2004 – Live Tracks & Rarities
  • 2006 – Invisibile Angel
  • 2012 – Bleed Me

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