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Erocktica: Alla Ricerca Del Piacere

CHEAP AND NASTY

Naked rock, sfrontato e diretto al punto, erotismo, libertà dei costumi (…quali costumi?), agenti 0069 con licenza di amare. D’accordo, ma forse c’era dell’altro, la rivendicazione della totale libertà sessuale non poteva prescindere anche dalla rivendicazione della totale libertà di espressione, dall’esercizio della tolleranza 24h e dall’emancipazione da moralismi, perbenismi e bigottismi. Open-minded vs close-minded, la censura abbattuta a colpi di silicone e scariche elettriche valvolari. Il rock è sempre stato ribellione e insubordinazione al politicamente corretto, per circa un decennio gli Erocktica di New York hanno incarnato il “Sexy Picture Show” del rock ‘n’ roll, fino a che un infarto – come una nemesi divina – si è portato via la regina Rosaneve della sensualità.

Contenuti:

1. Mama’s fallen angel (2000 – 2002)
2. Mondo topless (‘2003 – 2007)
3. Live after sex 
4. Too fast for love (2008 – 2012)

1 – Mama’s fallen angel

La culla per una band come quella di Pink Snow, leaderessa degli Erocktica, nati inizialmente come Porn Rock a New York nel 2000, non poteva che essere il paese di Russ Meyer, di Playboy, di Larry Flint e dei Presidenti spesso incastrati dalle loro scappatelle amorose. La band si forma costitutivamente con il proposito di fondere i due mondi esplicitati sin dal monicker, sesso e rock ‘n’ roll. Nulla di nuovo intendiamoci, al binomio mancava solo la terza parte in commedia, le droghe, delle quali Pink Snow non si è mai dichiarata dipendente, sebbene le reputasse divertenti “in qualche occasione”. Il cursus studiorum di Pink Snow è un po’ quello che ti aspetti, tutto accade come nella canzone “Fallen Angel” dei Poison, nella quale una “small town girl – nel nostro caso Cape Cod, Massachusetts – with her whole life packed in a suitcase by her feet” scende dal bus che l’ha portata fino a Los Angeles. Dalla provincia alla tentacolare città della California, inizia la vita spericolata della giovane Pantera Rosa, fatta di cocktail serviti come cameriera al Whiskey A Go Go (dove stringe amicizie con le rockstar) per poi approdare ai locali come performer e agli studi fotografici per servizi come modella per adulti. Tra passaggi in limousine e parties selvaggi, Pink trova il tempo di studiare teatro e musica a New York, ottenere una borsa di studio per studiare Shakespeare a Londra ed esibirsi sul palco come attrice. Ma il richiamo della giungla è troppo forte e una volta tornata a New York Pink sente il bisogno di tornare ai localacci della cultura underground e dell’esotismo più sfrenato, va in tv e viene fotografata per riviste come Penthouse, Flaunt, Maxim, Arena, Cue, Score, Voluptuous e Tongue, il magazine prodotto da Gene Simmons, durato appena cinque numeri ma il cui lancio in pompa magna a Hollywood fu presentato proprio da Pink Snow.

Più o meno questo è ciò che racconta la sua biografia. Attorno a questo vulcano si sviluppano i Porn Rock, la sua creatura, i quali avviano la propria carriera sui palchi americani, e per i primi due anni di esistenza lavorano a costruirsi un seguito che arriva presto, nonché solido e fedele, il famoso zoccolo duro (o forse in questo caso andrebbe cambiato il genere di appartenenza dello zoccolo). Il primo show ha luogo addirittura al leggendario CBGBs, il club dell’East Village dove negli anni ’70 si esibivano Television, Ramones, Patti Smith, Talking Heads, Plasmatics, Iggy Pop, Joan Jett, Blondie, e presso il quale per tutti gli ’80 si sviluppò buona parte del movimento hardcore americano grazie a nomi come Gorilla Biscuits, Cro-Mags, Agnostic Front, Youth Of Today, Minor Threat, etc. Notati dall’agenzia Bold Brothers, ai Porn Rock viene offerta l’opportunità di esibirsi in Europa per allargare il proprio spettro di visibilità e guadagnare nuovo pubblico, tuttavia i Brothers nutrono qualche dubbio sull’opportunità di mantenere inalterato il brand Porn Rock, poiché nella più seria, prosaica e concreta Europa una band con quel monicker sul palco avrebbe generato determinate (e legittime) aspettative, cosa che nella fanfarona e sciamannata America invece poteva passare sotto maglie più larghe, non tanto in termini di censura e bigottismo ma quanto ad aspettative da parte di una audience abituata a vedere Venezia e il Colosseo riprodotti col cartone e le lucine intermittenti a Las Vegas. Pink Snow opta per il doppio binario, mantenendo la nomea di Porn Rock negli States e adottando quella di Erocktica per l’Europa. Il primo show nel Vecchio Continente ha luogo, manco a dirlo, in Olanda, forse la nazione più predisposta ad accogliere un progetto simile, l’humus più recettivo per una proposta come quella degli Erocktica. Sempre del 2002 è la prima pubblicazione discografica, un EP di quattro tracce intitolato “Pink Inside” e uscito coerentemente negli States sotto il marchio Porn Rock.

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II – Mondo topless

Nel 2003 la band torna in Europa allargando la propria area geografica di influenza, stavolta è la Finlandia a sposare il progetto Erocktica e sarà sempre la Finalndia ad ospitare Pink Snow e accoliti per la registrazione del primo full length ufficiale, “Porn Again”. La crescita esponenziale della band anche in Europa (dove, differentemente dagli States, anche i minorenni possono assistere ai loro concerti) convince la volitiva frontwoman ad adottare definitivamente il monicker Erocktica anche per il mercato statunitense. Pur rimanendo di fatto una realtà underground, da Boston a Miami, da New York a Los Angeles, passando per Helsinki, Milano, Barcellona e Amsterdam, questo circo barnum del rock e dell’erotismo miete proseliti crescenti e si ricava la sua piccola/grande nicchia di popolarità attraverso la prima decade dei 2000. Concettualmente la proposta è estrema e difficilmente avrebbe potuto trovare risalto a livello dei Media mainstream; per altro i live show della band non si sono mai risparmiati quanto a generosità della “messa in scena”, lasciando sicuramente ampiamente soddisfatto il pubblico pagante ma, allo stesso tempo, dovendo fare i conti con degli steccati fisiologici che difficilmente avrebbero consentito agli Erocktica di abbattere un certo muro comunicativo e di diffusione di massa.

Quando ci si trova al cospetto di band del genere viene sempre da chiedersi quanto avrebbero funzionato al netto del richiamo sessuale aperto e diretto, delle nudità e degli ammiccamenti facili. Lee Aaron, Lita Ford, Lisa Dominique, Lorraine Lewis avrebbero avuto lo stesso feedback senza sessualizzare così tanto la propria immagine? E oggi si potrebbe fare lo stesso discorso per Elize Ryd, Taylor Momsen, Maria Brink, etc, per non parlare delle artiste pop, rhythm and blues e hip hop d’oltreoceano, o per le nostre Elodie, Annalisa, Rose Villain, etc. E quanto le stesse hair metal band, depurando le loro canzoni, i loro testi, i loro videoclip, il loro immaginario di riferimento da tutto il sesso in essi contenuto, avrebbero avuto il medesimo successo, riscontro ed apprezzamento? Ai posteri l’ardua sentenza. Sugli Erocktica quello che si può dire è che certamente il tema sessuale ha rappresentato una piccante spezia in più che ha insaporito la ricetta, ma anche limitandosi ad ascoltare in cuffia la loro musica, senza alcun apporto visivo, il loro rock sta in piedi né più né meno di quello di tanti competitor coevi. Potrei dire lo stesso per i Poison, i Motley Crue o i Cinderella, e in egual misura non c’è da dire nulla di meno per gli Erocktica. Un aspetto ppco convincente della band è stato semmai una qualità produttiva non all’altezza, da band poco più che underground, certamente dovuta a budget mai faraonici, che in qualche maniera ha minimizzato e relativizzato l’esplosività che gli Erocktica potevano avere anche in studio, oltre che sul palco.

Era fatale che una realtà del genere cercasse di sfruttare il meglio (o il peggio, a seconda dei punti di vista) dei due mondi e così, parallelamente alle avventure discografiche, la band partecipa frequentemente a convention a luci rosse, trovandosi perfettamente a proprio agio in simili cornici; lo stesso accade in Europa, esibendosi in fiere erotiche svizzere, spagnole, svedesi e lettoni. Il tutto mentre gli Erocktica aprono i concerti per Warrant, LA Guns, Faster Pussycat. Questo gran lavorìo ci porta al 2007, anno nel quale gli Erocktica danno un seguito all’album di debutto, pubblicando “Second Cuming”, di nuovo registrato in Finlandia ma stavolta masterizzato negli Stati Uniti ai Frankford Wayne Studios di New York, con un lieve miglioramento qualitativo a livello produttivo e di presentazione/packaging del prodotto, di taglio decisamente più professionale rispetto al più amatoriale “Porn Again” (per quanto la categoria “amatoriale” ben si addicesse allo spirito della band). Al disco fa seguito un dvd intitolato “Second Cuming: Erocktica live in New York City”, che confesso di non aver visto ma che non fatico ad immaginare quale tipo di contenuti possa avere in serbo. Sesso, d’accordo, e tanto rock; ma il punto è che il concept della band, per il tramite dello strumento “sesso”, punta diritto verso riflessioni persino più ampie e importanti, come la libertà (sessuale e di parola), la tolleranza in opposizione all’intolleranza, la possibilità di esprimersi anziché la censura. Passaggi ben più profondi di quanto, di primo acchito, dei tacchi a spillo, una bocca rosso fuoco o dei seni rotondi ed abbondanti sembrino evocare.

III – Live after sex

Personalmente la musica degli Erocktica mi ha sempre ricordato un incrocio tra i Pretty Boy Floyd, i Motley Crue (segnatamente quelli di “New Tattoo”) e tanto sottobosco di band minori della golden age del Sunset Strip (ognuno ci ritroverà i propri nomi di riferimento). Il glam, lo sleazy, l’hair metal e l’hard rock sono ovviamente il terreno di battaglia delle scorribande degli Erocktica, una variopinta ciurma scostumata e un po’ volgarotta guidata da una “dancer” di professione dalla voce appiccicosa come l’olio per massaggi, una ballerina erotica ad un passo dal porno conclamato, sebbene la regina Rosaneve abbia detto di non averne mai fatto uno vero e proprio. Le sue foto non lasciano molto all’immaginazione, una variante del catalogo “Pamela Anderson” dove tutto ciò che deve essere gonfio è gonfio; negli anni di militanza del gruppo internet ha raccontato i concerti degli Erocktica con immagini della loro frontwoman praticamente sempre nuda, in mezzo a ragazze altrettanto nude, senza particolari remore al riguardo. Tanto si parlava di sesso nei testi, tanto ne veniva fotografato nei booklet dei cd, altrettanto ne veniva praticato sopra e sotto il palco ai loro concerti. A tal punto che la line-up della band comprendeva una nutrita lista di ballerine dai nomi alquanto esotici ed immaginifici (Trixxxii Doll, Profanity, Kittyporn, Linda Kills, etc).

Negli anni gli Erocktica sono finiti sulle copertine e nelle pagine di tantissima carta stampata, oltre che in programmi radio e tv (per quanto possibile, dati i contenuti tripla X), facendo il giro del mondo, da Playboy al nostro Metal Shock, persino sul Giornale di Bergamo (19.11.2004), e financo sulla mia webzine dell’epoca, per ben due interviste, una per ogni album della band. Fu piuttosto divertente sentir raccontare dalla stessa Pink Snow la vita e le attitudini della band. Questa in particolare la sua descrizione di un tipico live set: “abbiamo la lotta tra ragazze immerse nella panna montata, striptease sensuali, la prigione dell’amore, il tornado del sesso, la ruota della passione. Queste sono solo alcune delle cose alle quali potrete assistere mentre ascolterete dei veri inni rock come colonna sonora. La parte più eccitante dello show è l’interazione col pubblico e le conseguenze sessuali che ciò può comportare. Lasciamo che sia un mistero da scoprire, non è mai certo quanto lo spettacolo potrà spingersi oltre. La serata potrebbe facilmente trasformarsi in qualcosa di mezzo tra un concerto rock ’n’ roll, il teatro del burlesco e uno champagne privé di qualche club per gentiluomini. Ad un concerto degli Erocktica sesso e rock si prendono interamente il palco e tutti sono invitati. Un nostro show può variare da un film per tutti ad uno vietato ai minori, dipende dalla serata, dal pubblico o dall’energia sessuale di quella notte. Un nostro show è molto di più di un semplice concerto, è un evento!“. Da notare come al termine di ogni serata avvenisse la consegna del cosiddetto “Pink Prize”, una particolare onorificenza consegnata da Pink in persona nei camerini del locale ad un fortunato che a suo giudizio aveva saputo “distinguersi” tra i tanti.

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IV – Too fast for love

Proprio in occasione dell’ultima intervista a seguito di “Second Cuming”, poco prima delle loro date italiane a Milano e Torino (nel maggio del 2008), Pink accennava alla composizione in fieri del materiale del terzo album, il cui titolo era già stato individuato in “Res-Erection”, album che poi non ha mai visto la luce. Pink Snow viene stroncata da un infarto nel 2012 (sfortuna o uno stile di vita non proprio impeccabile?) chiudendo repentinamente la storia breve ma intensa degli Erocktica. Questi eroi politicamente scorretti del “Theatrical Erotic Rock Extravaganza” hanno messo a verbale nella storia del rock (scollacciato) poco meno di due ore di musica in totale, declinato in un drappello di canzoni non certo epocali né trascendentali, tuttavia divertenti, accattivanti, maliziose come da premessa. Una freak band nata col proposito scientifico di provocare, sfidare, oltraggiare e ricavarne un guadagno, certo; ma pur avendo presente tutto ciò, oggi come allora non ho mai sentito l’esigenza di applicar loro un metro di giudizio integralista, prendendo a fucilate moraliste un progetto che, tutto sommato, ha sempre fatto il proprio dovere, facendo del divertimento spensierato la sua cifra, condendolo con del buon rock ‘n’ roll, gradevole e ampiamente sopra la soglia della sufficienza. Francamente ho visto lodate band di gran lunga più modeste degli Erocktica, anche se meno compromesse con una libera esibizione del proprio corpo (e talvolta manco quello). “Second Cuming” rappresentò una netta crescita a livello di songwriting; tra schizzi punk e ammiccamenti agli AC/DC, gli Erocktica si stavano costruendo una propria fisionomia che oltre al silicone e al nylon prevedeva anche tanta elettricità suadente e convincente. Gli argomenti delle canzoni erano praticamente a senso unico (“Naked”, “Size Queen”, “Submissive”, “Catholic School Girl”, “Phone Sex”, “I’m Wet”, “My First Groupie”, etc), Pink Snow sospirava ed aveva continuamente orgasmi lungo la track-list, il rosa plasticoso esondava ovunque e i Rush o gli Yes giocavano in tutt’altro campionato, ma il contesto è importante, e gli Erocktica nel loro contesto sono stati una band alla pari di altre. Se da una parte c’era chi si creava la sua aurea di maledettismo declamando le gesta di una vita estrema fatta di alcol, risse, macchine costose e satanassi da discount, dall’altra c’erano Pink Snow e i suoi Erocktica a celebrare la forza propulsiva più antica e naturale del mondo da che l’uomo è comparso sulla Terra, quella di Afrodite, ovvero amore, passione e desiderio.

Discografia Relativa

  • 2002 – Pink Inside (EP)
  • 2004 – Porn Again
  • 2007 – Second Cuming

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